Dall’8 Marzo 2006 è attivo il numero di pubblica utilità 1522 “Antiviolenza Donna” dedicato al supporto, alla protezione e all’assistenza delle donne vittime di maltrattamenti e violenze. Il servizio Antiviolenza Donna, a cui risponde personale esclusivamente femminile specificatamente formato, è operante 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, multilingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, russo), ed accessibile gratuitamente per tutte/tutti le/i cittadine/i dall’intero territorio nazionale, da rete fissa e mobile. Il servizio è fruibile da parte delle donne nell’assoluto anonimato.
Il 1522 offre un servizio di accoglienza telefonica specializzato (ascolto, analisi della domanda, prime indicazioni e suggerimenti utili, informazioni legali) e l’orientamento all’accesso ai servizi del privato sociale, socio-sanitari, forze dell’ordine, e centri antiviolenza, presenti nel territorio di riferimento, deputati all’aiuto, alla protezione ed al sostegno per l’uscita dalla violenza. Su questo spazio verranno pubblicati periodicamente i dati statistici relativi al flusso delle chiamate proveniente dall’intero territorio nazionale e alla profilatura utenza del 1522.
“Se hai subito una aggressione sessuale;
Se ti senti in colpa per non essere stata in grado di difenderti;
Se stai pensando che è meglio non parlarne perché potresti non essere creduta;
Devi sapere che:
- Soltanto tu puoi decidere quando e con chi avere rapporti sessuali. Chiunque, con violenza o minaccia o abusando della sua autorità ti costringe a compiere o subire atti sessuali commette un reato punito dalla legge italiana, e come tale andrebbe denunciato.
- Solo il tuo aggressore è responsabile per la violenza che hai subito; non devi sentirti in colpa per non essere stata capace di evitarla.
- Solo tu puoi decidere se denunciare l'aggressore; hai comunque sei mesi di tempo per denunciare l'accaduto”
Ora in primis vorrei fare un APPELLO.
Vorrei dire alle donne che seppur retorico nessuno ha il diritto di maltrattarle, umiliarle, picchiarle, stuprarle. Non ci sono scuse, non ci sono motivazioni, non ci sono abiti succinti che tengano e sopratutto chi commette questi atti va punito severamente.
Provate a uscire dalla paura, dall'umiliazione e fatevi aiutare. Fatelo per voi ma sopratutto, per chi verrà dopo di voi. Nelle violenze domestiche, fatelo anche per i vostri figli. Ragazze con madri abusate è provato che sono più predisposte a trovare compagni violenti e ragazzi con padri violenti spesso e volentieri imparano che l'unica comunicazione è quella e faranno altrettanto.
E sopratutto DENUNCIATE anche se posso solo immaginare quanto sia difficile!
Prendendo spunto da ciò volevo fare una mia considerazione sull'argomento. In Italia ad oggi sono tantissimi i casi di donne vittime di abusi sia fuori che dentro le mura domestiche non più ad opera di estranei ma dei propri familiari, spesso i propri partners.
Molto spesso parliamo dello stato di vessazione in cui donne straniere e di altri popoli versano, scordandoci però anche delle violenze subite dalle nostre donne, nel nostro Paese, nella strada sotto casa o nella casa del vicino. Ovviamente l’idea di libertà che si può avere in un paese democratico è diverso da quello che si può avere in paese non democratico e integralista o sotto la guerra.
Ma ciò non toglie che anche se dobbiamo sentirci un pochino fortunate non possiamo non volere pari diritti umani, pari dignità e rispetto che hanno gli esseri umani.
Ultimamente la cronaca ci ha "regalato" pagine efferate e come segnala il sito Controparola dal 28 Luglio 2008 sono morte uccise 14 donne nel nostro Paese. -_-
I dati Istat per il Viminale riportano che oltre 14 milioni di donne italiane comprese tra i 16 e i 70 sono state oggetto di violenza fisica, sessuale o psicologica nella loro vita. Nella fascia di età 16-50 anni, le donne muoiono più per violenza che per malattia o incidenti stradali. Da noi la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne.
Potete trovare due articoli interessanti su Repubblica.it:
- Violenza sulle donne - La strage delle innocenti
- Tre donne su 10 hanno subito violenza
E tutto questo non avviene in paesi in guerra, integralisti o sotto dittatura. Tutto questo succede qui in ITALIA.
Fino a qualche hanno fa esisteva il matrimonio riparatore (art.544) secondo il quale lo stupro veniva cancellato come reato se la vittima acconsentiva al matrimonio al quale era quasi sempre costretta dalla famiglia. Tale articolo è stato FINALMENTE cancellato nel 1981... vi rendete conto nel 1981. E non certo grazie alla bontà divina ma a donne che si sono battute perchè accadesse.
Nel 1978 in Italia lo stupro era ancora reato contro la morale, e non contro la persona.
Ancora fino al 1996 il reato di violenza sessuale era perseguibile solo attraverso una querela della parte offesa. Insomma se anche si assisteva ad uno stupro non si poteva denunciare, doveva essere la donna violentata a farlo. Ora non è cambiato poi molto, si è solo giunti a poter denunciare di ufficio lo stupratore qualora nel commettere il reato ci sia l’effrazione, la violazione di domicilio con violenza sulle cose o sulle persone.
Eh si… stuprare una donna non è in fin dei conti abbastanza per poter avere la denuncia d’ufficio… ma che Paese emancipato che siamo!
In questo sito trovate un interessante percorso attraverso i minimi cambi della legge in materia di violenza sulle donne. Bhe a conti fatti siamo proprio fortunate, cominciano a trattarci come esseri umani e non più come bestie.
I soliti sospetti: storia della legge sullo stupro. Quando c'erano i capi famiglia e lo Ius Corrigendi
Stiamo tornando indietro di anni, di decenni e non ce ne rendiamo neanche conto. Pensiamo di avere ottenuto così tanto e l’abbiamo ottenuto non vi è dubbio. Possiamo votare, andare a scuola, avere assistenza sanitaria, decidere con chi fare sesso e chi amare, ma non capisco perché queste cose sembrano quasi delle concessioni. Sono diritti sacrosanti di OGNI essere umano.
Ma non abbiamo il diritto a non essere stuprate, picchiate, molestate fuori o dentro casa.
Le violenze attraversano trasversalmente i ceti sociali, le fasce di età, le differenze culturali e religiose.
Se una donna viene violentata è bhe nella mente di tanti (troppi) ci si chiede subito, “ma lei può aver provocato lo stupratore?”. Nei processi non bastano neanche le perizie mediche che attestano lo stupro perché la questione non è capire se lo stupro c’è stato oppure no, ma se la donna era “consenziente” allo stupro o no. -_-
Che senso ha, se una persona viene rapinata nessuno si chiede se era consenziente, se teneva la borsa o il portafogli con due dita o in bella vista invece di tenersela allacciata in vita con le catene.
Perché se una donna viene violentata e non si mette in dubbio la violenza, visti i segni fisici riportati, si può poi ipotizzare che la donna lo volesse?
Per altro al contrario di quanto si pensi, in strada gli sconosciuti non stuprano per forza le donne vestite in modo appariscente, chissà cosa gli dice la testa, donne vestite in maniera assolutamente anonima hanno subito stupri.
Ma poi c’è tutto un altro tipo di violenza, o meglio la violenza non è diversa sono solo le modalità diverse. La violenza domestica perpetrata in famiglia, quella dove hai ancora meno scampo. Giovani donne molestate da uomini di famiglia a cui nessuno crede perché è più semplice mettere la sporcizia sotto il tappeto che affrontare la realtà delle cose. Donne che per anni subiscono violenza dal marito senza che nessuno apparentemente se ne renda conto. Parenti e amici non vedono segnali, lividi, malesseri e depressioni di donne che lottano tutti i giorni per la sopravvivenza.
Siamo sempre pronti a farci gli affari dei vicini, a commentare, criticare, ma quando c’è da vedere che qualcuno è in difficoltà voltiamo sempre la faccia altrove.
Non riescono a dare soccorso neanche i medici, donne che tornano di continuo in ospedale sempre con gli stessi lividi sempre adducendo scuse improbabili: cadute dalle scale, sportelli contro cui sbattere… tappi di spumante infami.
E i medici tacciono, un medico capisce pressoché subito che tipo di lesione è fatta incidentalmente e quale è data dalle percosse. E non solo non si fa nulla ma non si invita la donna neanche a parlare con qualcuno, la si lascia tornare a casa dal proprio aguzzino… in fin dei conti sono fatti suoi.
C’è una forma di violenza che tutte le donne vivono quotidianamente, la PAURA. Quel sentimento sordo che parte dalla gola perché senti il cuore accelerare e poi arriva allo stomaco stringendolo in una morsa. Mi piacerebbe poter far comprendere agli amici (senza ironia) uomini cosa si prova a stare da sole alla fermata dell’autobus, a rientrare in casa quando è ormai buio, a trovarsi improvvisamente in una strada isolata, a dover scegliere l’abbigliamento più indicato per non dare nell’occhio anche quando magari fuori fa un caldo allucinante e vorresti tanto metterti una canottierina. Cosa si prova ad aver paura di chiamare l’idraulico/muratore/tecnico di vario genere e accoglierlo sole in case. Cosa si prova ad avere la paura che un giorno il datore di lavoro che continua a guardarti il seno con insistenza mettendoti a disagio ti metta di fronte al bivio: prestazioni sessuali o lavoro. Cosa si prova a uscire la prima volta con un ragazzo che ancora non si conosce bene e stare attente a non assumere atteggiamenti fraintendibili. D'altronde se sei un po’ frivola, fai un po’ la maliziosa a lui “parte l’ormone” e capperi come lo fermi??? L’uomo mica è di legno, no? E noi invece di cosa siamo? Non siamo di carne, ossa e sentimenti come l’uomo!? Poi ci chiedono come mai ce la tiriamo… bhe a fare due conti ci vuole poco, la risposta non è propriamente difficile da indovinare.
E la lista è lunga… viviamo costantemente con il timore e poi lo proviamo anche per tutte le donne che amiamo, una paura che persevera, continua imperterrita.
L'uomo continua a pensare di avere il potere assoluto di fare e disfare senza capire che la donna non è un oggetto, non è una merce ne una proprietà. L’uomo vuole decidere sulla mente e sul corpo della donna.
Ma soprattutto bisogna cominciare a combattere l’idea che la violenza sulle donne è un problema delle donne. La violenza sulle donne è un problema degli UOMINI che è ora si interroghino su quanto avviene, sul perché avviene e come porre rimedio affinché i propri simili di genere non commettano atti di questo tipo. Sarebbe ora che così come le donne hanno preso in mano la propria sessualità anni addietro e hanno dato vita a una rivoluzione sessuale anche gli uomini comincino a porsi domande sulla propria sessualità, sul modo di viverla affettività compresa.
Sono troppi gli uomini che sentendosi in qualche modo accusati si mettono sulla difensiva arrivando addirittura a ignorare e minimizzare il problema della violenza sulle donne.
Sono invece sicura che se intraprendessero una strada di introspezione troverebbero tantissime donne, pronte a sorreggerli, incitarli e aiutarli in questo percorso. La sessualità non è un attività solitaria, è un’attività di coppia che coinvolge due persone e che deve essere vissuta bene da entrambi. La sessualità non può certo essere un modo per marcare il proprio territorio di maschio, per affermare la propria forza e prevaricare gli altri.
Ovviamente il maschilismo non accumuna tutti gli uomini e infatti nascono associazioni di uomini che combattono la violenza sulle donne come per esempio Maschile Plurale che cerca anche di scandagliare e riflettere sull'animo maschile: sul ruolo dell'uomo nei tempi passati e nella società di oggi. E soprattutto da sostegno alle associazioni di violenza sulle donne condividendo questo grave problema e le atroci ferite che la violenza procura nell’animo e nel corpo delle donne. Sono convinta che se vi fosse un minimo in più di pubblicità su queste associazioni molti più uomini ne farebbero parte.
A tutto questo bisogna aggiungere che se accendiamo la tv o apriamo un giornale vediamo di continuo donne spogliate in atteggiamenti maliziosi ovunque, come se le donne fossero solo tette e culo (scusatemi la volgarità) su cui poter sfogare i propri istinti. Ma questo è anche colpa nostra, di certo nessuno ci obbliga ad andare in tv a fare quel che facciamo e quando scegliamo di farlo dovremmo chiederci come questo si ripercuote sulla società. E mi aspetto già che leggendo questa critica in molti staranno pensando… “ah tutta invidia…”. Si forse, chi non vorrebbe un bel corpo? Ma se il baratto è un bel corpo per essere trattata poi come un oggetto o come una prostituta che si vende per poco pur di poter sculettare in tv… grazie mi tengo i miei difetti.
C'è un bel passaggio in un articolo di Dacia Maraini che recita così:
“Nemmeno un mese fa l’ONU ha dichiarato lo stupro una azione di guerra. Io lo ripeto e lo scrivo da anni. Lo stupro in natura non esiste. Gli animali non stuprano. Si tratta infatti di una invenzione tutta umana che serve per colpire il nemico in guerra. Sia il nemico uomo attraverso la donna, sia la donna stessa. Umiliarla, ferirla, farla dubitare di sé, della propria identità e saldezza, questo lo scopo nemmeno tanto nascosto del gesto.
Lo stupro non ha niente a che vedere col sesso. Il desiderio, per fortuna, ha altre strade per manifestarsi. Lo stupro è solo dimostrazione di potere: io ti domino e quindi ho il diritto di infierire sul tuo corpo. Se poi si tratta di un gruppo, vuol dire che il potere non è personale ma collettivo e il ragazzo che partecipa, sente il trionfo della sua potenza attraverso l’identificazione con gli altri, scegliendo insieme, ferendo, annientando insieme il nemico.
Lo stupro ha anche una forte valenza simbolica: si trafigge il corpo femminile lì dove esso è più potente. Lì dove meravigliosamente può dare la vita a una nuova creatura. Mirano alla sacralità del ventre femminile. Sia benedetto il tuo ventre, dice la preghiera e il sacrilego sa di infangare quella benedizione.
Brutto il paese in cui molti ragazzi arrivano a sentire in questi termini l’amicizia fra uomini e donne. Troppi casi di recente ci hanno colpito in questo senso. I giovani incoscienti sono certamente stimolati, incalzati, dalle brutali immagini dei nostri media che propongono tutti i giorni, a tutte le ore, corpi di donne da denigrare e punire. Lo scialo di forme femminili in esposizione purtroppo non ha niente di innocente. Il nudo in sé e innocente, certo, ma questi corpi non sono esposti perché si goda della loro bellezza, ma perché si compia il loro strazio e la loro umiliazione. Solo così diventeranno docili merci una volta immessi nel grande mercato degli esseri umani.”
Come non essere d’accordo? -_-
Mi chiedo anche dove siamo noi donne nell'educazione dei figli maschi se poi ragazzini e adulti violentano e uccidono. Non siamo riuscite a insegnare loro il rispetto per il prossimo e in quel prossimo c'è di mezzo stranamente anche la donna. Possibile che noi donne non riusciamo a captare segnali di disagio dei nostri uomini fratelli, figli, amici…
Ma allora la soluzione quale è? Secondo me per iniziare...
- un'educazione al rispetto reciproco e libertà personale di uomini e DONNE.
- un'educazione sessuale che spieghi come il sesso non è un mero atto fisico ma la condivisione di emozioni e sentimenti.
Il lavoro va fatto insieme, uomini e donne. Perchè le donne violentate, picchiate, uccise sono le donne che amiamo.
Questa è anche una mia opinione su Ciao.it.