Dopo un po' di ricerche ho trovato anche cosa prevede l'ISS per la lotta alle zanzare tramite il suo sito EpiCentro (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute)
Purtroppo i comuni non si attengono a tali indicazioni dunque se avete problemi correlati alle disinfestazioni fatevi sentire dal vostro Comune, perchè gli interventi di irrorazione non vanno fatti in modo indiscriminato ma come ultima spiaggia e dopo attento monitoraggio della zona INFESTATA in questione.
Nei Comuni dell'Emilia Romagna la lotta alle zanzare senza l'uso dell'irrorazione sta avendo ottimi risultati, incrementando anche la collaborazione dei cittadini e dove i cittadini non colloborano sono previste anche le multe.
Il Comune di Roma ha preso provvedimenti simili, incrementare gli interventi larvicida e usare gli adulticida con irrorazione solo in casi estremi di infestazione e in questo caso l'intervento deve essere ben mirato, concordato e avvertita la popolazione tutta.
Stessa cosa per il Comune di Padova.
Ecco cosa prevede l'ISS...
Prevenzione
Nei mesi più caldi, quando le temperature medie sono intorno ai 25°C, la zanzara può completare un ciclo di sviluppo in meno di 10 giorni, con un picco di massima densità al culmine dell’estate, tra agosto e settembre. L’azione tesa a contrastarla è di natura essenzialmente preventiva e deve puntare a limitare tutte le situazioni e i comportamenti che ne facilitano la riproduzione e la diffusione.
La strategia di lotta, messa a punto dalle istituzioni sanitarie e dai comuni, si concentra soprattutto sull’individuazione e distruzione dei focolai larvali e sulle campagne di informazione al cittadino al fine di prevenire la possibilità di deposizione delle uova. Un altro aspetto fondamentale è monitorare la diffusione dell’insetto. Per questo, fin dall’inizio degli anni ’90, il Laboratorio di parassitologia dell’Istituto superiore di sanità è diventato centro di riferimento per la sorveglianza e il controllo della specie, producendo numerosi studi al riguardo e coordinando un Programma nazionale di sorveglianza della zanzara, sistema che attualmente funziona recependo le segnalazioni effettuate dalle Asl e dai Comuni.
La diffusione della zanzara tigre è tipicamente urbana, e non si ritrova nelle aree rurali, proprio per la sua propensione a deporre le uova in piccole raccolta d’acqua. Per questo, è necessario monitorare tutte le zone in cui l’acqua ristagna, come i sottovasi di piante e fiori, le aiuole e le vasche e fontane ornamentali, qualsiasi contenitore lasciato all’aperto, le grondaie, ecc. Oltre a un monitoraggio sistematico, effettuato per esempio con l’impiego di ovitrappole, le istituzioni locali dovrebbero provvedere a:
* pulire i tombini prima dell’inizio dei trattamenti
* effettuare trattamenti larvicidi perlomeno con cadenza quindicinale nei tombini e in tutte le zone di scolo e ristagno poste in aree pubbliche
*effettuare interventi mirati a disinfestare le popolazioni di zanzare adulte nelle aree scolastiche e in altre zone dove l’infestazione sia particolarmente intensa. Questi interventi possono essere realizzati con insetticidi di sintesi, i piretroidi, che però hanno caratteristiche molto diverse dal tradizionale Ddt e che non vengono in ogni caso spruzzati in modo indistinto nell’ambiente, ma mirati a zone precise. Sono prodotti in solventi acquosi, e quindi hanno un minore impatto sull’ambiente e sulla salute e sono abbattenti e non persistenti. Non rischiano quindi di generare resistenze, ma hanno un’azione acuta e non cronica, uccidendo le zanzare all’istante. Evidentemente, però, un intervento di questo tipo richiede una preparazione accurata, sia per l’individuazione del sito dove le zanzare si riposano e quindi possono essere colpite, sia per allertare la popolazione che si trova in quella zona
* mettere a punto campagne informative che coinvolgano i cittadini nella lotta alla zanzara tigre, utilizzando tutte le strategie di coinvolgimento di tutte le fasce della popolazione, come per esempio gli anziani che si recano con frequenza ai cimiteri, che rappresentano una delle aree a rischio di infestazione della zanzara.
I cittadini infatti possono efficacemente contribuire alla lotta cercando di:
* evitare l’abbandono di materiali in cumuli all’aperto che possano raccogliere l’acqua piovana
* eliminare l’acqua dai sottovasi, dagli annaffiatoi, dai bidoni, dai copertoni
* innaffiare direttamente con le pompe gli orti e i giardini, senza mantenere riserve di acqua a cielo aperto
* eventualmente, se necessario l’uso di recipienti per la raccolta dell’acqua, cercare di tenerli coperti e provvisti di zanzariera, ben fissata e tesa
* pulire e trattare bene i vasi prima di ritirarli all’interno durante i periodi freddi. L’abitudine di portare le piante al riparo dai freddi invernali, infatti, è probabilmente una delle cause che generano, all’arrivo della primavera quando le temperature salgono e le piante vengono nuovamente esposte e innaffiate, la schiusa delle uova invernali facilitando notevolmente la diffusione della zanzara stessa nell’ambiente
* introdurre pesci rossi, grandi predatori delle larve di zanzara, nelle vasche e nelle fontane dei giardini
* trattare i tombini, e tutti i recipienti posti all’esterno dove si raccoglie acqua piovana, ogni 7-10 giorni con prodotti larvicidi specifici che si acquistano in farmacia. In particolare, il prodotto più diffuso e consigliato è il Bacillus thuringiensis israelensis. Questo prodotto, derivato da un batterio capace di produrre una tossina ad azione molto specifica contro la zanzara tigre, ha numerosi vantaggi: è naturale e non di sintesi chimica ed è già presente nell’ambiente, uccide solo le larve di Aedes albopictus e di pochissime altre specie non causando quindi grande impatto, si degrada molto velocemente e quindi non persiste. Questo è indubbiamente un grosso vantaggio sotto il profilo della salvaguardia ambientale anche se obbliga a ripetere il trattamento con una certa frequenza.
I repellenti di sintesi (tipo deet) in forma di crema o spray sono efficaci contro la zanzara tigre, ma devono essere utilizzati con cautela.
Fonte: http://www.epicentro.iss.it/problemi/zanzara/zanzara.asp