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appunti di vita quotidiana!



E miracolosamente non
ho smesso di sognare
E miracolosamente non
riesco a non sperare
E se c'è un segreto è
fare tutto come se
Vedessi solo il sole
(Elisa - "Qualcosa Che Non C'è")



31 ottobre 2021

Festa di SAMHAIN


FESTA DI SAMHAIN

• Samhain è la più importante festa celtica dell'anno che si celebra dal 31 Ottobre al 2 Novembre.
È la fine della metà dell’anno “estivo” e anche la terza e ultima Festa del Raccolto prima della neve. Si celebra anche la commemorazione dei Giorno dei Morti nonché il Capodanno Celtico.
Il nome deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. Altri nomi sono Halloween, Festa dei Morti, Ogni Santi, Lemuria, Samonios, Capodanno Celtico.

• Per i Celti l’anno nuovo cominciava il 1° Novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo.
Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno. Si raccoglievano gli ultimi frutti del raccolto, tutti i cereali ancora presenti nei campi dopo Samhain venivano considerati tabù, nessuno li poteva raccogliere e diventavano un’offerta per gli spiriti della natura.
Il bestiame veniva ucciso per avere la carne da consumare nei mesi invernali, si immagazinavano alimenti e si facevano conserve.
Ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende.
Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti.

• L'aspetto più conosciuto di Samhain è la Festa dei Morti infatti il velo tra i mondi diventa ogni notte più sottile, si percepisce tutt’attorno che l’Altromondo si avvicina.
E’ una notte per celebrare gli spiriti dei defunti, per onorare le loro vite e per rispettare le loro memorie. Le famiglie si riuniscono e si raccontano le vite degli antenati e legende sui re e sui cavalieri.
Si credeva che in questa notte i defunti potessero tornare sulla terra a trovare i vivi. Era uso comune preparare la tavola anche per coloro morti da poco e lasciare del cibo per le loro anime erranti.
Un umore malinconico e introspettivo scende su tutti in questo tempo oscuro di fini e completamenti ma anche di eventuali rinascite. Nelle ombre crescenti, l’oscurità e la nebbia prevalgono e gli alberi cedono le loro foglie prendendo anch’essi le sembianze di scheletri.

• Si aveva l’abitudine di proteggere se stessi questa notte, ritagliando visi nelle verdure soprattutto nelle zucche e mettendole vicino alle finestre.
I Celti credevano che insieme agli spiriti degli antenati, che erano venerati ed onorati, potessero passare dal velo assottigliato anche spiriti malintenzionati. Per questo motivo si travestivano con costumi spaventosi, così da confondersi con gli spiriti maligni e metterli in fuga.
La tradizione è continuata invariata nei millenni ed è il motivo per cui ci si veste da streghe, mostri, fantasmi, scheletri ecc. in questa notte. Questo diede vita alla così detta zucca di Jack o’ Lantern.
Samhain oggigiorno è famoso come Halloween, Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo e Eve significa Vigilia. Quindi la Vigilia di Ogni Santi ma ovviamente ha ancora molto della vecchia tradizione celtica.

• Il tradizionale Dolcetto o Scherzetto? ha varie origini.
La prima pare derivi da una tattica per spaventare le fate e gli spiriti monelli e per ingraziarseli in modo da non ricevere i loro dispetti.
Un'altra tradizione di tale gioco sembra aver avuto origine nell’Europa del IX secolo d.C. quando dagli inglesi veniva chiamata Souling, ovvero Elemosina di Anime. A quell'epoca il 2 novembre i Cristiani vagavano di villaggio in villaggio chiedendo in elemosina del Soul Cake, Pane dell'Anima, un dolce di forma quadrata guarnito con uva passa, in cambio della promessa di pregare per le anime dei defunti. Più Dolci dell'Anima una persona riceveva, più preghiere questa persona prometteva di recitare per i defunti della famiglia che aveva donato il pane.
Infine questa usanza può essere associata al periodo dell’Inquisizione. Durante i secoli bui, dipingersi di nero e travestirsi era abitudine delle streghe che si recavano ai sabbat per evitare controlli. La maschera aveva anche il beneficio di spaventare un inquisitore che avesse avuto la sfortuna di incontrarle di notte nei boschi. Da ricordare che qualunque donna non professasse la religione cristiana ma quella pagana era ritenuta una strega.

• Venivano accesi dei falò sulle colline e avevano il significato magico di mantenere l’energia della natura morente per traghettarla nella luce del Nuovo Anno.
Dal falò principale acceso nei villaggi venivano accesi i fuochi di ogni casa, a simboleggiare il legame tra tutti gli abitanti.
Samhain è anche il momento per liberarsi delle debolezze: su un foglio di carta si scrivono le proprie debolezze o le brutte abitudini che si vorrebbero perdere. Si medita su come la propria vita potrebbe cambiare eliminandole, quindi si brucia il pezzo di carta nel fuoco purificatore.

• Nella cultura romana il rapporto con i cari defunti era molto intenso e gesti di devozione facevano parte della ritualità ordinaria di ogni famiglia. La giornata della commemorazione dei defunti era il 21 febbraio in cui si celebravano i Feralia, giorno che segnava la fine dei Parentalia, un periodo di nove giorni in onore dei propri cari defunti. I Romani credevano che in tale giorno i defunti potessero circolare liberamente nelle città dei vivi.
Il termine Feralia deriva dall'usanza di portare (dal latino “fero”) doni ai morti. Durante i Feralia, infatti, si recavano offerte alle tombe dei propri antenati: fiori e cibo.
I Romani il 2 novembre celebravano invece la dea Epona simbolo di abbondanza e di fertilità, propizia alla vita, alla guarigione e protettrice dei cavalli.
Il cavallo era associato all'Altrove, accompagnatore delle anime dei morti nell’oltretomba dunque anche Epona era una dea accompagnatrice dei defunti.

• La Chiesa Cristiana, decise che le persone avrebbero potuto mantenere questa festa a cui erano così legati ma che necessitava di un nuovo nome.
Inoltre decise che invece di essere una festa per celebrare tutti i morti, si doveva trasformare in una celebrazione dei santi defunti. Quindi la festa si è trasformata nella più conosciuta Ogni Santi.

• Si potrebbe pensare che questa festa non abbia nulla a che fare con l’Italia, ma la realtà è che di feste simili all’antica Samhain c’è traccia in tutta Europa, Italia compresa da tempi remoti!
In Italia a partire dai primi decenni del ‘900, i festeggiamenti a cavallo tra il 31 ottobre e il 2 novembre ricalcavano ancora fedelmente gli antichi usi pagani: zucche intagliate, bambini travestiti che andavano a chiedere i dolcetti porta a porta, le anime dei morti che portavano doni ai più piccini e via dicendo. Insomma non era cambiato nulla. Solo una cosa era cambiata: il nome per scelta della Chiesa.
A causa della frammentarietà regionale che da sempre caratterizza l’Italia, ogni regione chiamava Samhain in maniera diversa ma le celebrazioni erano pressoché identiche un po' ovunque e alcune sussistono ancora oggi.

-> Abruzzo: si decoravano le zucche intagliandole e illuminandole. I giovani di casa in casa chiedevano offerte per i defunti: frutta di stagione, frutta secca e dolci.
Dopo cena, la tavola non veniva sparecchiata così da ristorare le anime dei defunti che tornavano e si lasciavano, per illuminare la loro via, tanti lumini accesi alle finestre quante erano le anime care.

-> Basilicata: si lasciava la tavola imbandita per ristorare i defunti in visita. Si doveva andare a letto prima della mezzanotte per non incontrare le anime dei morti.
Dopo aver messo tutti a riposo, la donna di casa poneva sui davanzali del cibo, acqua e frutta come offerta ai defunti in visita.

-> Calabria: si andava in corteo al cimitero dove, dopo le preghiere per i propri defunti, veniva imbandito un banchetto sulle tombe per tutti. C'era poi la questua del Coccalu di Muortu: i ragazzini, dopo aver intagliato una zucca come un teschio, chiedevano di casa in casa, o rivolgendosi direttamente alle persone che incontravano, un'offerta.

-> Campania: si preparava in occasione di Ognissanti il Torrone dei Morti costituito da un guscio di cioccolato duro e da una parte interna morbida la cui forma ricorda la bara del defunto.
Veniva lasciato un secchio d’acqua in cucina per dissetare i defunti.

-> Emilia-Romagna: esisteva la Carità di Murt, cioè i poveri si recavano di casa in casa chiedendo cibi per calmare le anime dei defunti.
Si preparavano la Piada dei Morti e le Ossa dei Morti, dolci tipici della vigilia di Ognissanti.
Si sistemavano delle zucche intagliate e illuminate dette Piligréne sui muri dei cimiteri per fare scherzi ai passanti.

-> Friuli-Venezia Giulia: si credeva che i morti potessero uscire dalle tombe, andando in pellegrinaggio nelle chiese circostanti per poi scomparire al canto del gallo. Si lasciava acqua e cibo per ristorarli.
Era ed è usanza, andare in processione al cimitero per benedire i cari defunti.
Era diffusa la tradizione di intagliare zucche con fattezze di teschio dette Lumère, Suche Baruche o Suche dei Morti.

-> Lazio: a Roma si consumava un pasto vicino alla tomba di un caro defunto, per tenergli compagnia.
Si facevano scherzi alle persone e si intagliavano volti sulle zucche per usarle come lanterne.
Dopo il tramonto si vestiva una zucca, intagliata e illuminata internamente, con stracci o vecchi vestiti, e si sistemava fuori casa, nel muretto o nell’orto per spaventare i più piccoli.

-> Liguria: venivano preparati i Bacilli (fave secche) e i Balletti (castagne bollite).
La notte di Ognissanti, i bambini andavano di casa in casa, per ricevere il Ben dei Morti, ovvero fave, castagne e fichi secchi. Dopo aver detto le preghiere, i nonni raccontavano loro storie e leggende paurose.
Era tradizione intagliare volti nelle zucche ed illuminarle, disponendole poi nei pressi di chiese di campagna o cimiteri per spaventare i passanti.

-> Lombardia: si preparavano dei dolcetti in ricordo dei defunti chiamati Oss de Mort e Pan dei Morti.
Si usava intagliare e illuminare le zucche con cui andare in giro a spaventare le vecchiette ma si andava anche di casa in casa a chiedere del cibo: noci, nocciole, castagne.
Si lasciava in cucina una ciotola di latte, un bicchiere di vino rosso, un secchio d’acqua, il fuoco acceso e le sedie attorno al focolare, tutto per accogliere i defunti.
La sveglia suonava all’alba e i letti venivano subito rifatti per offrire riposo ai defunti in visita.

-> Marche: si preparavano i dolci Fave dei Morti la cui ricetta particolare si tramandava di nonna in nonna e venivano mangiati per cercare di alleviare la tristezza per i cari amati che non ci sono più.
Si intagliavano e illuminare le zucche da mettere alle finestre.

-> Molise: sui davanzali delle finestre e agli angoli delle strade, per far paura ai passanti, si esponevano delle zucche intagliate a mo’ di teschio e illuminate, creando così la Mort Cazzuta (“cazzuta” deriva da “caz” che punico-fenicio significa tagliare).
Il giorno di Ognissanti i questuanti andavano di casa in casa e ricevevano legumi e frutta di stagione. Si cenava in compagnia di amici e parenti e alcune porzioni venivano lasciate sulle finestre per i defunti.

-> Piemonte: la sera di Ognissanti ci si radunava per recitare il rosario tra parenti e a cenare con le castagne. La famiglia dopo cena, andava al cimitero, lasciando la tavola imbandita così che gli spiriti potevano rifocillarsi e chiacchierare a proposito del destino dei vivi.
Anche i letti erano sistemati per far riposare i defunti.
Il ritorno dei vivi a casa veniva annunciato delle campane così gli spiriti potevano andare via senza creare fastidi.

-> Puglia: davanti alle fotografie dei defunti si accendevano ceri che bruciavano per tutta la notte, in modo da guidare gli questi spiriti verso casa.
Per lo stesso motivo si accendevano falò di ginestra agli incroci e nelle piazze e si cucinava sulle loro braci. Gli avanzi venivano riservati ai morti, lasciandoli disposti agli angoli delle strade.
Il giorno di Ognissanti ci si recava al cimitero a visitare i morti insieme ai bambini e, insieme alle preghiere, si chiedevano dei doni.
La sera poi si andava a letto presto perché a mezzanotte le anime dei defunti avrebbero portato i regali.
Si decoravano e intagliavano le zucche chiamate Cocce Priatorje. Si faceva anche la questua, ragazzi o contadini e artigiani andavano di casa in casa.
Si pensava che l’Aneme du Priatorie (anime del purgatorio) lasciavano il cimitero e percorrevano in processione le vie usando il pollice come candela, per celebrare la messa dei morti e se incontravano qualcuno per strada lo portavano con sé.
La sera di Ognissanti si apparecchiava la tavola per i morti che restavano in visita fino a Natale o l’Epifania.

-> Sardegna: si usava intagliare le zucche a forma di teschio, prendendo il nome di Sa Conca e Mortu.
La sera di Ognissanti dopo la visita al cimitero e la messa, la gente tornava a casa a cenare con tutta la famiglia. Si lasciava la tavola imbandita per gli spiriti dei defunti.
Poi c'era la festa delle “anime” detta anche A su Mortu Mortu: gruppi di bambini andavano di casa in casa, dicendo di essere “is animeddas” e ricevevano in cambio dolci, mandarini, fichi secchi, bibite e denaro, pegno dato in ricordo dei defunti.
Ci sono poi numerose leggende sarde sulle Janas, spiriti dalle fattezze di streghe incantatrici che abitano nei sepolcri nella roccia e vagano tra luce e tenebre.

-> Sicilia: è ancora oggi una festa speciale, soprattutto per i più piccoli che se sino stati buoni ricevono dei doni, dolci e frutta secca, dai defunti. Tali doni sono definiti Li cosi dei Morti.
Il Giorno dei Morti si mangiavano le Ossa dei Morti: dolci di pasta di mandorle, inoltre si usava preparare la “frutta di Martorana”.
Si preparavano anche le Mani, ovvero dei panini dolci a forma di mani e le Dita di Apostolo, dolci di marzapane simili alle dita della mano.
La commemorazione dei morti rappresentava, e rappresenta tuttora, una vera e propria festa per i bambini che, attraverso questo primo contatto festoso, imparavano ad esorcizzare la paura della morte.

-> Toscana: era presente l’uso delle zucche nel gioco dello “zozzo”.
Dopo aver scavato e intagliato la zucca, la si vestiva in modo mostruoso e la si metteva in giardino in modo da spaventare la vittima dello scherzo.
C'era poi il Bèn d’i Morti, con il quale si distribuiva cibo ai più bisognosi in ricordo dei defunti, mentre chi possedeva una cantina offriva ad ognuno un bicchiere di vino.
Ai bambini veniva messa al collo la Sfilza, una collana fatta di mele e castagne bollite.
Veniva cucinato il Pan dei Santi, talvolta chiamato anche Pan dei Morti che è un dolce da forno.
Si mettevano delle piccole scarpe sulle tombe dei bambini defunti perché si pensava che nella notte del Giorno dei Morti le loro anime (dette angioletti) tornassero in mezzo ai vivi.

-> Trentino-Alto Adige: il Giorno dei Morti si usava una pratica simile al dolcetto e scherzetto per i più piccoli: quando si bussava alla porta si diceva “cuzze per i vivi, requie per i morti, carità per i vossi pori morti”.
Le campane, suonando, richiamavano le anime dei morti.
Dentro casa veniva lasciata una tavola apparecchiata e il focolare accesso per i defunti.
Si preparavano dei dolcetti chiamati Cavalli: erano pani dolci di grandi dimensioni. Le origini sono forse legate alla dea Epona.

-> Umbria: sin dal Medioevo, si svolge annualmente la Fiera dei Morti; anticamente i cittadini si scambiavano prodotti agricoli e bestiame, una sorta di rituale che simboleggia i cicli della vita.
Si preparavano dei dolcetti chiamati Stinchetti dei Morti che venivano mangiati per alleviare la tristezza per i cari defunti. Questi dolci venivano venduti sulle bancarelle lungo le vie che portavano ai cimiteri.

-> Valle d’Aosta: a Ognissanti e il Giorno dei Miei si vegliava davanti al fuoco lasciando la tavola imbandita di cibo per i defunti, mettendo a loro disposizione caldarroste, vino, formaggio, pane e salsicce.
Le parrocchie continuavano a suonare ad intervalli le campane dal crepuscolo alla mattina.
Nel pomeriggio di Ognissanti in tutti i bar si distribuivano gratuitamente le caldarroste e proprio con le foglie essiccate delle castagne si faceva la tipica Kiuva, fogliame da far mangiare alle capre durante l’inverno.

-> Veneto: le zucche erano le protagoniste della tradizione e non solo nella cucina di questo periodo (famoso il risotto di zucca).
Si intagliavano e illuminavano le zucche, le candele poste al loro interno rappresentavano la resurrezione. Le zucche illuminate venivano esposte sui davanzali e prendevano il nome di Suca Baruca o Lumere, ragazzi le usavano per fare degli scherzi e mettere paura nelle strade di campagna o nei pressi dei cimiteri.
Nei balconi e davanzali veniva lasciata in offerta una zucca vuota piena di vino.
Si preparavano gli “Oss de Mort” e si lasciava a tavola un piatto col cibo preferito dai parenti defunti.
La mattina del Giorno dei Morti, appena alzate, le donne rifacevano i letti e si allontanavano dalla casa così che le anime del purgatorio potessero trovarvi riposo per l’intera giornata.

• Samhain, come giorno dei morti, si è sempre festeggiato (e si festeggia tuttoggi) in tutto il mondo anche se a volte in date diverse e con nomi diversi.
Onorare i cari defunti e celebrare la loro vita è una consuetudine che accomuna tutte le popolazioni.
Di seguito alcuni Paesi dove ancora oggi si celebra la festa.

-> America: ci si traveste e i bambini vanno di casa in casa per "dolcetto o scherzetto". Ci sono anche dei giochi e delle caccie al tesoro, Bobbing for apples è uno dei più popolari: bisogna tirare fuori delle male da una grossa bacinella d'acqua usando la bocca e non le mani.
Si decorano le case con Jack o’ Lanterns, zucche intagliate e illuminate la cui polpa viene usata tradizionalmente come dolce o zuppa.
Si creano pietanze che rispecchiano a pieno l’atmosfera gotica e mostruosa del periodo.

-> Austria: la tradizione è quella di lasciare pane, acqua e una lampada accesa sul tavolo prima di coricarsi.

-> Belgio: si accendono candele in memoria dei parenti defunti.

-> Canada: le moderne celebrazioni di Halloween in Canada iniziarono con l'arrivo degli immigrati scozzesi e irlandesi nel 1800. È quindi nata allora la tradizione di intagliare zucche, fare i classici giochi di dolcetto o scherzetto e le case vengono decorate con zucche e pannocchie di mais.

-> Cina: la festa è conosciuta come Teng Chieh. Cibo e acqua sono posti di fronte alle fotografie dei cari defunti, mentre fuochi e lanterne si accendono per illuminare i sentieri degli spiriti.
Nei templi buddisti si creano delle barche di carta che vengono poi bruciate nelle ore serali. Questo serve sia come ricordo dei morti sia per liberarli dgli spiriti maligni.

-> Corea del Sud: prende il nome di "Chusok" è le famiglie ringraziano i loro antenati per i frutti del loro lavoro con offerte sulle loro tombe di riso e frutta. Tale festività si svolge in agosto.

-> Filippine: si svolge l'antica e tradizionale Pangangaluluwa. I bambini passano di casa in casa cantando vecchie canzoni per le anime dei defunti in cambio di soldi o di cibo. Il dolcetto più diffuso e più richiesto è il Suman di riso.

-> Germania: la tradizione vuole che vengano riposti i coltelli. La ragione è perché non si vuole rischiare di ferire gli spiriti che ritornano.

-> Giappone: si celebra l'Obon Festival, dedicato agli spiriti degli antenati. Alimenti speciali sono preparati e lanterne rosse vengono appese ovunque mentre lanterne galleggianti possono essere lasciate sui fiumi ed in mare.
Si accende un fuoco ogni notte per mostrare ai propri antenati dove si trovano le loro famiglie. Il Festival si svolge nei mesi di luglio o agosto.

-> Inghilterra: la festa ha radici profonde e i bambini nella tradizione antica confezionavano dei pupazzetti, chiamati “Punkies”, intagliando le barbabietole.
Anticamente le lanterne venivano costruite scolpendo delle grosse rape, e servivano per scacciare gli spiriti maligni.
Un'altra usanza era quella di lanciare oggetti, come pietre, verdura e noci in un falò per spaventare gli spiriti e come strumenti di divinazione.

-> Irlanda: si accendono falò e i bambini si vestono in costume per passare la serata al grido di "dolcetto o scherzetto" nei loro quartieri. Si partecipa a cene e feste e si praticano molti giochi, cacce al tesoro con i dolci o pasticcini utilizzati come tesoro. Un cibo tradizionale è chiamato Barnbrack ed è un tipo di torta di frutta.

-> Messico: questa festa è conosciuta come Día de Muertos, giorno dei morti. Nonostante il nome, si tratta di una festa gioiosa per ricordare i cari defunti.
Questa festa è celebrata sotto forma di parata durante la quale ci si traveste e trucca da “calacas”: scheletri e teschi colorati e fiorati che danzano in balli folkloristici.
Si mettono in ordine le tombe dei propri defunti tagliando l'erba, riparando le muratura e dipingendo i sepolcri e vengono adornate di fiori, corone e festoni di carta.
Ci sono feste in famiglia, dolci e regali a forma di teschio. I parenti si riuniscono per un pic-nic presso la tomba dei cari per ricordarli.
Durante l'autunno, innumerevoli farfalle monarca ritornano nelle foreste di abeti sacri, rinnovando la convinzione secondo cui queste farfalle portassero gli spiriti degli cari defunti.

-> Romania: la festività è maggiormente sentita nella regione della Transilvania. Qui, le leggende si intrecciano e l’atmosfera gotica pervade ogni cittadina tra vampiri, morti viventi e fantasmi.

-> Scozia: si intagliano e illuminano le zucche. Si accendono i falò e un tempo si portavano a casa le loro fiamme per accendere il giorno dopo il focolare, questo sarebbe servito da protezione contro male.
I bambini si travestono da spiriti maligni per essere protetti dal male e vanno a fare la questua di casa in casa. Ricevono poi un tributo per le anime dei morti, anticamente era una mela, delle noci, caramelle e alcune volte dei soldi; ma solo dopo aver eseguito un trucco da festa: cantato una canzone, ballato, o recitato una poesia.
Si gioca al Dooking, in un barile pieno d’acqua galleggiano delle mele e la sfida è riuscire a prenderle con la bocca senza l’aiuto delle mani.

-> Slovacchia: le sedie vengono posizionate davanti al caminetto. C'è una sedia per ogni membro della famiglia in vita ed una per ogni defunto.

-> Svezia: è una festa abbastanza sentita e conosciuta come Alla Helgons Dag, e viene celebrata in una giornata diversa ogni anno, ma sempre compresa tra il 31 ottobre e il 6 novembre.

• È il momento per ricordare gli antenati e i cari defunti.
È il momento solenne legato alla contemplazione del mistero della vita e della morte.
È il momento di introspezione, di discernimento del falso nella propria vita, nel proprio cuore e nella propria anima.
È il momento per guarire le ferite più profonde, per guardare laddove ci sono cicatrici ancora evidenti, per riflettere sul dolore ricevuto ed inferto.
È il momento per osservare la natura delle proprie motivazioni e il risultato delle proprie azioni. Samhain vuol dire comunicare e ascoltare gli altri.
È il momenti della morte e della rinascita.


CORRISPONDENZE

• Simboli
Zucche intagliate e dipinte, Falò, Candele, Calderoni, Scope, Gatti neri, Pipistrelli, Cani, Foto dei defunti, Mele, Foglie autunnali, Fiori autunnali, Streghe, Vampiri

• Cibi tradizionali
Mele, Granturco, Patate, Maiale, Carne, Noci, Sidro, Idromele, Zucca, Birra, Dolcetti di miele, Thè di erbe, Melograni, Legumi, Mandorle

• Colori
Nero, Arancione, Rosso, Viola

• Erbe
Cardo, Crisantemo, Ginestra, Foglie di Quercia, Felce, Menta, Artemisia, Salvia, Rosmarino

• Incensi
Mela, Noce Moscata, Salvia, Menta, Mirra, Patchouli

• Pietre
Ossidiana, Ossidiana Fiocco di Neve, Onice, Corniola

• Animali
Pipistrelli, Cani, Gatti neri, Phooka, Medusa

• Oli
Patchouly, Cipresso, Mirra

• Libri
-> Halloween - Nei Giorni Che I Morti Ritornano di Baldini e Bellosi
-> Halloween - Storia E Tradizioni di Markale Jean
-> La Notte Delle Zucche - Halloween Storia Di Una Festa di Paolo Gulisano e Brid O’Neill
-> Le Vere Origini Di Halloween di Sarah Bernini, Luce, Chiara Rancati, Monica Casalini

Fonti: Stregadellemele, Antrodiecate, Scoziatour